La tartaruga ferita da un amo recuperata nel golfo di SalernoAmi e reti killer abbandonate, coffe nelle zone A, preziosi esemplari di tartaruga in difficoltà. Il Parco marino di Punta Campanella, nonostante le gravi difficoltà dovute ai continui tagli al bilancio, prosegue la sua battaglia contro la pesca illegale.
Nei giorni scorsi gli operatori della Riserva marina hanno portato a termine due importanti operazioni per la tutela del mare e dei suoi abitanti più preziosi. Il centro di primo soccorso Tartanet è intervenuto, dopo una segnalazione da parte della Guardia costiera di Salerno, per salvare una tartaruga in difficoltà. Il rettile marino è stato trovato da un diportista nel porto di Salerno e non riusciva a immergersi.
La tartaruga ferita da un amo recuperata nel golfo di Salerno E’ stata recuperata e consegnata alla capitaneria di porto che è prontamente intervenuta con il Maresciallo Di Crescenzo che ha contattato immediatamente il centro Tartanet di Punta Campanella. Una volta giunti sul posto gli operatori del Parco hanno potuto constatare che la tartaruga aveva un amo conficcato nella pelle all’altezza della pinna anteriore destra, un problema che forse l’avrebbe portata alla morte. L’amo è stato estratto subito. L’esemplare di Caretta caretta ha una targhetta di riconoscimento: era stata rilasciata in mare appena 1 mese fa a Pisciotta. Ora è stata riconsegnata alla Stazione zoologica di Napoli.
E dopo l’amo conficcato nella tartaruga gli operatori del Parco sono intevenuti per scongiurare un altro pericolo portato ancora da uno strumento di pesca: una coffa abbandonata in piena zona A, di riserva integrale, sul fondale di Vetara.La coffa abbandonata in piena zona A del parco marino di Punta Campanella La coffa era stata individuata in precedenza grazie al lavoro di monitoraggio. Era situata a circa 30 metri di profondità e avrebbe potuto compiere una strage di pesci. Purtroppo non è il primo episodio del genere. In questi anni sono stati numerosi i recuperi di reti o coffe nelle due zone A del Parco, Vervece e Vetara. Impossibile abbassare la guardia dinanzi a criminali dell’ambiente e del mare che continuano a deturpare i fondali del Parco.
“Nonostante le grandi difficoltà dovute ai continui tagli al bilancio – sottolinea il direttore del Parco, Antonino Miccio – ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di contrastare al meglio i continui attacchi al nostro splendido mare”.