La Balenottera comune, rinvenuta morta nei giorni scorsi nel porto di Sorrento, è partita ieri sera tardi dalla penisola sorrentina per il suo ultimo viaggio in mare. Nella notte è arrivata presso il porto di Napoli, nei cantieri Megaride. Un’impresa titanica avvenuta grazie all’impiego di mezzi e uomini della Capitaneria di Porto che ha impegnato la Direzione Marittima di Napoli e le Capitanerie di Castellammare di Stabia e Sorrento.
Già nella giornata di ieri è stata sottoposta alle prime valutazioni da parte del team guidato da Sandro Mazzariol, professore presso l’Università degli Studi di Padova e responsabile dell’unità d’intervento del Cetaceans strandings Emergency Response Team (CERT), la squadra che si occupa in tutta Italia e anche all’estero della gestione di spiaggiamenti di cetacei di grosse dimensioni. Insieme al team dell’Università di Padova anche il C.Re.Di.Ma. centro di referenza degli IIZZSS (Istituti zooprofilattici) per gli spiaggiamenti di mammiferi marini sulle coste italiane.

“Sono stati giorni molto complicati – commenta Lucio Cacace, Presidente dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella che ha seguito fin dall’inizio la triste vicenda – La morte della balenottera ha colpito tutta la comunità. Il peso e le dimensioni dell’esemplare hanno creato non pochi problemi logistici e organizzativi. Ma noi abbiamo insistito e voluto a tutti i costi che fosse effettuata la necroscopia e dopo ci auguriamo la musealizzazione. Ringrazio la Capitaneria di Porto, con il Contrammiraglio Vella, l’Ammiraglio Liardo, l’Ammiraglio Caligiore del RAM e il Capitano di Fregata Selleri oltre tutti gli uomini della Guardia Costiera impegnati nel difficile trasferimento a Napoli. E naturalmente, il Ministero dell’Ambiente, il comune di Sorrento con l’Assessore Valeria Paladino, l’Asl Na 3 con Salvatore Orlando, l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, il CERT, la Stazione zoologica A. Dohrn, l’ARPAC, Marevivo, Antonino Maresca del Cda del Parco, Franco De Gregorio di Cooport Sorrento, Carmela Guidone dell’AMP e quanti si sono prodigati per gestire una situazione così complicata.”

Si spera che le condizioni dell’animale possano consentire alle analisi necroscopiche di individuare i fattori che hanno portato la balenottera al decesso. Le valutazioni post mortem sull’animale serviranno anche ad approfondire le conoscenze sulle caratteristiche della specie e dell’esemplare stesso, grazie all’aiuto degli studiosi del Museo di Storia Naturale di Milano e dell’Istituto di Ricerca Tethys.
“Nei nostri mari – precisano i ricercatori di Tethys- convivono due popolazioni, una propriamente mediterranea, e una di balenottere comuni provenienti periodicamente dall’Atlantico che generalmente non si spingono oltre le Baleari. Le analisi genetiche potranno confermare la provenienza dello sfortunato animale”.
Se le dimensioni stimate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, 23,50 metri circa, verranno confermate, ci troveremmo di fronte alla più grande balenottera comune mai registrata lungo le coste del Mar Mediterraneo. Un esemplare da record. Il Parco Marino di Punta Campanella vorrebbe che si conservasse lo scheletro per installarlo e creare una zona museo dove esporlo per progetti di educazione e sensibilizzazione ambientale in penisola sorrentina.